Messa in evidenza di una molecola chiave all'origine dell'infiammazione della mucosa intestinale (2009/11)
 
Alcuni ricercatori dell'INRA* e dell'università di Clermont, in associazione con dei ricercatori dell'università Mac Gill nel Quebec, hanno da poco pubblicato dei risultati di grande importanza nella comprensione del meccanismo che sta all'origine della malattia di Crohn. Nelle persone colpite da questa patologia, la mucosa intestinale è anormalmente colonizzata dai batteri dell'Escherichia coli. La squadra di ricerca mostra che l'adesione di questi batteri a livello intestinale è permessa, nelle persone a rischio di sviluppare la malattia di Crohn, grazie all'azione di una molecola sulle cellule intestinali: il recettore CEACAM6. L'interazione tra gli Escherichia coli e questo recettore favorisce una colonizzazione anormale della mucosa intestinale da questi batteri inducendo una infiammazione cronica, principale sintomo della malattia. Impedire l'adesione di questi batteri alla mucosa intestinale costituisce dunque una nuova pista di strategia  terapeutica per prevenire o trattare la malattia di Crohn. Questi lavori sono pubblicati nella rivista

«Journal of Experimental Medicine» del 28 settembre 2009.
Le lesioni da Crohn sono molto spesso osservate sulla parte terminale dell'intestino tenue o ileo, sul colon o spesso anche su entrambi i segmenti.
Numerosi argomenti epidemiologici, clinici e sperimentali sono in favore di un'origine infettiva della malattia di Crohn. Così, la squadra di ricerca diretta da Arlette Darfeuille-Michaud, ha dimostrato dal 1998 che l'intestino dei pazienti di MC è anormalmente colonizzato da alcuni batteri dell'Escherichia coli. Il ceppo di Escherichia coli dotato di capacita di aderenza invade le cellule epiteliali intestinali dei pazienti colpiti di MC e qui si moltiplicano.
L'adesione dei batteri alle cellule epiteliali intestinali è il risultato di interazione tra piccoli filamenti batterici e un recettore -CEACAM6- localizzato sulle cellule intestinali. CEACAM6 è anormalmente in azione a livello dell'ileo nel 35% dei pazienti affetti da MC, ma non è azionato nei soggetti che non presentano MICI.
Facendo riferimento a questi risultati, i ricercatori hanno ipotizzato che in alcuni pazienti colpiti da MC, la forte azione a livello dell'ileo di del recettore CEACAM6 favorisce una colonizzazione anormalmente elevata in questa parte dell'intestino dai batteri dell'Escherichia coli. I risultati pubblicati oggi permettono di verificare questa ipotesi. Con l'aiuto di topi in cui il recettore umano CEACAM6 è stato azionato a livello intestinale, gli scienziati hanno indotto un'infiammazione severa nell'intestino e a causa di ciò è stata osservata una forte mortalità. In compenso, non sono stati osservati gli stessi sintomi nei topi in cui il recettore CEACAM6 non era azionato o nei topi in cui il CEACAM6 era azionato ma infetti da batteri che non sintetizzavano i filamenti. L'infiammazione provocata dunque è la conseguenza della relazione tra i batteri e i recettori CEACAM6 che hanno come intermediari i filamenti batterici.
I risultati pubblicati sono di primordiale importanza nello sviluppo di terapie specifiche nel MC che mireranno a bloccare l'interazione dei batteri alla mucosa intestinale e permetteranno così di prevenire un'infiammazione cronica dell'intestino nei pazienti a rischio.

 


I pazienti a rischio di sviluppare una forma ileale della malattia di Crohn esprimono il recettore CEACAM6. L'adesione dei batteri Escherichia coli alla mucosa intestinale provoca un'azione aumentata del recettore CEACAM6 e ciò provoca a sua volta una colonizzazione in continuo. I batteri invasivi possono attraversare la barriera intestinale e si moltiplicano in un tipo particolare di cellule immunitarie, i macrofagi. Una volta nelle cellule, queste inducono una forte sintesi di molecole pro-infiammatorie responsabili dell'infiammazione.

Reference :
Crohn's disease adherent-invasive Escherichia coli colonize and induce strong gut inflammation in transgenic mice expressing human CEACAM
Frédéric A. Carvalho, Nicolas Barnich, Adeline Sivignon, Claude Darcha, Carlos H.F. Chan, Clifford P. Stanners, and Arlette Darfeuille-Michaud
J. Exp. Med. 2009, vol. 206: 2179-2189.
Apparizione Nov 2009 nella rivista dell'INRA

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